La Sabina

Sabina: tour in pullman

La Sabina è un territorio ricco di storia, cultura, tradizione e natura: tutti elementi declinati secondo livelli di eccellenza. Si trova nella parte centrale dell’Italia, per un territorio storicamente esteso tra l’Abruzzo aquilano, l’Umbria meridionale e il Lazio, questo stando ai parametri definiti nell’Epoca Romana tra il III e il IV sec. d.C. Oggi, a livello geografico, individua un’area laziale piuttosto piccola.

Un territorio che presenta una natura sublime e incantata, in cui la mano dell’uomo ha saputo non solo non essere d’intralcio, ma piuttosto valorizzare ulteriormente. Il patrimonio storico, artistico e folcloristico è frutto di una cultura millenaria, così come la tradizione enogastronomica, godereccia e genuina.

Il modo migliore per visitare la Sabina, per un weekend o in occasione di una vacanza più lunga? Il pullman naturalmente, la soluzione ideale per muoversi tra borghi e contesti naturalistici inaspettati. Tutti da scoprire, unendo più sensi contemporaneamente. 

La Sabina: brevi cenni storici

Anticamente la Sabina era la terra del popolo autoctono dei Sabini, un territorio storicamente compreso fra Tevere, Nera, Aterno e Aniene. Dei Sabini si parla fin dalle origini della storia romana, come ad esempio nel celebre episodio conosciuto come “ratto delle Sabine”. Secondo le iscrizioni ritrovate, appartenenti al VII-V sec. a. C., si parlava una lingua paleoitalica e un alfabeto locale, la cui derivazione pare sia avvenuta da quello etrusco-meridionale.

I Sabini avevano un’organizzazione sociale piuttosto complessa, in cui a dominare era l’aristocrazia guerriera; alfabetizzazione e urbanizzazione sono state precoci. Sotto l’Età di Augusto la Sabina è stata incorporata nella Tuscia, mentre durante la suddivisione dell’Italia in ducati ha fatto parte del ducato di Spoleto; una parte è stata annessa al ducato normanno, venendo definita successivamente come “Patrimonio di Sabina”. Tra incursioni saracene e francesi, la dominazione dominante è stata quella dello Stato della Chiesa

Nel 1861 la Sabina è stata unita alla provincia umbra, per poi diventare provincia nel 1927; il capoluogo è l’antichissima città di Rieti. Questa parte è nota come Alta Sabina. Esiste poi la Bassa Sabina, che comprende la parte laziale nei dintorni della provincia di Roma.

I luoghi imperdibili della Sabina

Meglio Alta o Bassa Sabina? Quel che è certo è che gli itinerari da vedere non mancano. L’Alta Sabina si caratterizza per essere prevalentemente agricola. Tra le località che non si possono non visitare ci sono, oltre alla città più importante, ovvero Rieti, il Borgo Cittaducale, anch’esso di epoca romana e con testimonianze visitabili gotico romaniche. Un itinerario particolarmente interessante è quello della cosiddetta Via dei Flavi, che parte proprio da Cittaducale e arriva fino a Cittareale, perfetto da fare in pullman.

La Bassa Sabina, più vicina a Roma, comprende località come Monterotondo e Mentana. Una meta particolarmente interessante è il Terminillo, la montagna di Roma, la vetta più imponente e alta, con i suoi ben 2217 metri di altezza, dei Monti Reatini. Un paesaggio che presenta scorci entusiasmanti e in cui viene voglia di immergersi.

Un altro luogo imperdibile è l’Abbazia di Farfa, uno dei gioielli della Sabina. Un convento benedettino circondato da una natura idilliaca, fondato nel VI secolo, ogni anno meta di migliaia di visitatori. Nelle vicinanze anche la Riserva naturale Nazzano Tevere-Farfa una vera oasi di pace in cui è possibile dilettarsi nel birdwatching.

Infine, non possiamo non segnalarvi piccoli borghi che sapranno con il loro fascino sorprendervi sempre, a cominciare da Greccio: a innamorarsi del paesaggio è stato anche San Francesco d’Assisi, il cui passaggio è a tutt’oggi ben percepibile. Non meno interessanti sono le località di Roccantica, Casperia, Montasola e Poggio Catino. Se avrete occasione di visitarle scoprirete che in Sabina il tempo sembra non abbia voglia di fermarsi da secoli.

Le montagne della Sabina: Terminillo e Soratte

Abbiamo già accennato al Terminillo, un vero e proprio pezzo di cuore per gli abitanti di Roma, testimone silenzioso di una storia che di vicende importanti ne ha viste tante.

Nel Secondo Dopoguerra è diventato una delle più importanti attrazioni turistiche del Centro Italia, risultando un luogo molto amato da sciatori, alpinisti ed escursionisti. Negli ultimi anni, a causa dei cambiamenti climatici e di un’esposizione che vede la dominanza del caldo vento di scirocco, la neve fa fatica ad attaccare. 

La stazione di Pian de’ Valli è molto meno vissuta ma il monte non ha perso il suo fascino, con tanti sentieri da esplorare, belli da percorrere in tutte le stagioni.

Il Terminillo non è il solo rilievo speciale della regione. Un’altra cima interessante è il Monte Soratte, considerato una vera e propria bussola essendo ben percepibile dalla maggior parte dei borghi situati nella Bassa Sabina, pur non arrivando ai 700 metri di altezza.

Durante la Seconda Guerra Mondiale il suo territorio è stato più volte bombardato dagli Alleati, in quanto tra i suoi sentieri si nascondevano gli esponenti del comando supremo tedesco. I militari erano soliti ripararsi nelle gallerie realizzate negli anni Trenta, secondo le testimonianze storiche abitate già dall’età del bronzo.

Il Monte Soratte ha recuperato negli ultimi decenni del Novecento il suo spirito più autentico: quello di teatro di funzioni religiose e fiaccolate. Tra queste troviamo le celebrazioni in occasione di Santa Romana e Santa Lucia. 

Sulla sua cima è presente anche un eremo, dedicato prima al dio Apollo e poi a San Silvestro. Non meno degna di interesse la Chiesa di Santa Maria delle Grazie con il suo monastero, un insieme architettonico realizzato tra il Cinquecento e l’Ottocento, immerso in un contesto naturalistico d’eccezione e dove regna la quiete.

I borghi riconosciuti con la Bandiera Arancione

La Bandiera Arancione è un riconoscimento che viene conferito dal Touring Club Italiano ai borghi con non più di 15.000 abitanti che non si trovano lungo la costa. I requisiti comprendono più di duecento parametri, per un totale di cinque macroaree: accoglienza, ristorazione e strutture ricettive, patrimonio artistico e paesaggistico, sostenibilità ambientale, qualità del territorio.

Le località premiate con la bandiera Arancione in Sabina sono tre: Casperia, Leonessa e Labro. Le motivazioni riguardano non soltanto la bellezza del centro storico ma anche il modo in cui viene mantenuto dai suoi abitanti.

Nel caso di Casperia, ad esempio, il fiore all’occhiello è rappresentato dall’impianto urbano in eccellenti condizioni, dotato di adeguate strutture ricettive e tenuto particolarmente pulito. 

Che dire poi di Leonessa, luogo d’arte incastonato tra le montagne? L’ideale per chi ama la natura ma anche la cultura, compresa quella eno-gastronomica. La presenza di edifici rinascimentali e chiese gotiche lo rende quanto mai caratteristico. Chi vi si reca in visita si troverà inaspettatamente ammaliato.

Infine, Labro, noto anche con l’appellativo di “paese di pietra” e situato a 600 metri di altezza. Edificato nel X secolo, è stato poi valorizzato dall’architetto fiammingo Yvan Van Mossevelde, il principale artefice del recupero dell’impianto urbanistico negli anni Sessanta.

Da Labro è possibile vedere sia il Monte Terminillo sia il Lago di Piediluco: uno dei più belli del Centro Italia. Vi si respira un’atmosfera serena e pacifica, in cui le onde leggiadre di acqua dolce riescono a cullare gli animi e il respiro. 

È possibile visitarlo, così come il borgo omonimo, annoverato tra i Cammini di Francesco. Tra i monumenti di maggior interesse segnaliamo la Chiesa dedicata al Santo di Assisi e la Rocca Albornoz.

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